Galleria "San Carlo" (Napoli)
Gennaro Corbi è un pittore classico, attribuendo a questa parola il significato di equilibrato, essenziale, composto, autentico. E' in questa accezione che sono classici un Mondrian e un Morandi pur rappresentando i plotoni di punta delle avanguardie contemporanee. Non a caso proprio Mondrian e Morandi possono considerarsi per alcuni aspetti ascendenti importanti della pittura di Corbi. Da Morandi il pittore napoletano ha ereditato il candore, la forza di sintesi la preziosità dell'impasto e da Mondrian l'esprit de Geometrie, il razionalismo e la spazialità. Ma su queste componenti Corbi ha costruito una sua poetica personalissima nella quale la sicurezza, la limpidezza e la solidità dello stile di sapore antico – toscano rinascimentale – sono pervase da un brivido di inquietudine metafisica, di malessere oscuro, che diventano sensazione palpabile della sua pittura, ne permeano la materia come una presenza fisica ineliminabile. E' il segno del tempo, di un mondo dilaniato, privo di certezze metafisiche e incapace di trasporti immediati.
In questo senso la pittura di Corbi ci rimanda alla metafisica ferrarese di De Chirico e Carrà ma con minore compiacenza letteraria e con una soluzione più pittorica e concreta. Le sue prospettive hanno la essenza e la spazialità delle tavolette lignee dello studiolo di Urbino ma all'improvviso, dietro le quinte spuntano la musa inquietante, la figura o semplicemente gli occhi, o la traccia di una presenza umana che si avvertono ma non si percepiscono nella loro interezza e quindi lasciano incerti, dubbiosi, turbati. Sono frammenti di realtà, simboli di un mondo lacerato, incapace di una convivenza armoniosa e umana. L'uomo si nasconde, istintivamente, per difendersi da un mondo orribile al quale più non partecipa e di cui ha paura.
La paura, il dubbio, restano appunto la sensazione più palpabile della pittura di Corbi. Il suo messaggio più inquieto e autentico ma mai letterario: sempre solidamente costruito con mezzi pittorici concreti, leggibile nei rapporti cromatici e plastici prima che nelle allusioni culturali.